Ri-funzionalizzazione Ad Uso Turistico e Ricreativo della Linea Ferroviaria Dismessa Ragusa-Siracusa-Vizzini-Val D’anapo – Tratto Da Ragusa Alla Ex Stazione Di Giarratana

Il progetto, redatto in collaborazione con l’ingegnere naturalista Gianluigi Pirrera, membro AIPIN, riguarda il recupero con ri-uso della vecchia linea a scartamento ridotto realizzata dalla S.A.F.S. fra il 1912 ed il 1923 per collegare alcuni comuni dell’entroterra delle province di Siracusa e Ragusa, rimasti esclusi dal tracciato della ferrovia a scartamento ordinario già esistente. La ferrovia secondaria, rimasta attiva fino al 1956, presentava un tracciato sì parecchio tortuoso, ma altrettanto suggestivo, in quanto immerso nel variegato paesaggio naturale del Val di Noto. Il progetto, nato dalla volontà delle istituzioni locali, è stato inserito nella linea di intervento 3.3.2.4 del PO FERS 2007/2013; esso prevede la riconversione del tracciato della ferrovia in una pista pedo-ciclabile, rientrante nella categoria delle cosiddette “greenways”, per il tratto che va da c.da Annunziata, nella periferia di Ragusa, fino alla ex stazione del comune di Giarratana, passando per l’Antica Stazione di Chiaramonte Gulfi e costeggiando il territorio del comune di Monterosso Almo, per complessivi 11 km.

Dalla linea ferroviaria alla pista ciclabile

La progettazione si è basata sul recupero del tracciato originario della linea ferroviaria dismessa e sulla sua conversione in pista ciclabile con pavimentazione in terra stabilizzata. All’inizio ed alla fine del percorso sono previste due aree da destinare a parcheggio ed all’accoglienza dei fruitori della pista. Lungo il percorso sono previste delle aree di sosta attrezzate con panchine e fontane di acqua potabile. Il progetto prevede anche il recupero di una casa cantoniera su due livelli, nel tratto in cui la pista costeggia la Cava dei Modicani, al fine di realizzare un punto di accoglienza e ristoro lungo il percorso.

Le “greenways” costituiscono un sistema di percorsi dedicati ad una circolazione non motorizzata, in grado di connettere le popolazioni con le risorse del territorio, siano esse naturali, come pure agricole, paesaggistiche, storico-culturali. Il nostro lavoro si è incentrato soprattutto sulla valorizzazione e sulla difesa della ricchezza naturalistica e paesaggistica dei luoghi, nonché sulla possibilità di rendere la pista ciclabile un luogo “protetto” dagli inquinanti esterni. Il percorso della pista, infatti, se per lunghi tratti attraversa aree del demanio forestale, per tratti altrettanto lunghi si dipana parallelamente a tracciati stradali esistenti ed anche parecchio trafficati.

Il risultato della progettazione è quindi un tracciato lungo il quale il fruitore si possa sentire “immerso” nella natura, sia essa quella già protetta dalle istituzioni sia quella “recuperata” attraverso opere di ingegneria naturalistica, come le pareti rinverdite oppure i tratti definiti “greenwall in galleria”. Lungo l’intero tracciato è stata prevista la piantagione di arbusti e alberi di specie autoctone, come pure la semina di piante spontanee, il tutto utilizzando semi provenienti dagli stessi luoghi di intervento. Il progetto prevede anche interventi di stabilizzazione dei pendii e di reinforcement vegetazionale, in modo da realizzare una “barriera” verde fra l’ambiente circostante e quello della pista. Il tutto facendo in modo  di non sprecare neanche un metro cubo di materiale di scavo!

Anche nella scelta dei materiali si è cercato di non essere “invasivi” nei confronti dell’ambiente; la terra stabilizzata, infatti, determina un impatto minimo sul contesto esistente, presenta una buona permeabilità e richiede costi contenuti di manutenzione. Per le recinzioni, laddove presenti, è previsto il recupero dei tipici muri a secco della zona iblea, mentre per le altre aree in cui è necessaria una protezione, sono state previste recinzioni in legno, soprattutto all’interno del demanio forestale.

Le opere impiantistiche, seppure limitate, sono state scelte anch’esse in un’ottica di rispetto dell’ambiente. Pertanto sono stati previsti pannelli fotovoltaici sulla copertura dell’edificio destinato a guardiania; opere di raccolta delle acque meteoriche per alimentare gli scarichi dei servizi igienici e per l’irrigazione, laddove necessaria; corpi illuminanti ad energia solare lungo il percorso.